Resta in campo l’ipotesi di un governo politico. Salvini (Lega), Meloni (FdI) e Toninelli (M5S) “No a governo tecnico” proposto dal Colle. Appoggio dei dem a Mattarella “condividiamo richiamo alla responsabilità”
di LabParlamento
Al termine di questa lunghissima giornata di consultazioni, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto riassumere quanto accaduto nelle ultime settimane, sottolineando come si sia arrivati allo scenario da lui prospettato.
Dato un esito elettorale tripolare, in cui nessuno è detentore della maggioranza assoluta dei seggi, e, data l’impossibilità – attestata e ribadita anche oggi al capo dello Stato – di un accordo di governo tra qualunque coppia di attori: MoVimento 5 Stelle – centrodestra, MoVimento 5 Stelle Lega, MoVimento 5 Stelle – Partito Democratico e Partito Democratico – centrodestra, le opzioni presentate da Mattarella sono solo due: la costituzione di un “Governo neutrale/tecnico/del Presidente”, di servizio e a tempo, che non vada oltre la fine dell’anno e che possa traghettare il Paese a nuove elezioni, ovvero, la chiamata anticipata alle urne, a luglio, ma meglio ancora, ad ottobre.
Una scelta che, a sentire il capo dello Stato, sta ai partiti prendere. Consapevole della reticenza di Lega, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia a votare la fiducia ad un governo tecnico, quella di Mattarella potrebbe essere una moderata provocazione volta a far scaturire un vero, ultimo dialogo tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio per costituire un Governo politico, nel pieno delle sue funzioni.
Secondo il Presidente della Repubblica non potrà essere l’esecutivo attualmente in carica a portare il Paese di nuovo alle urne “il Governo di Paolo Gentiloni, che ringrazio, ha esaurito la sua funzione e non può essere prorogato”, aggiungendo che “E’ più rispettoso che a portare alle elezioni sia un governo super partes”.
Concedere più tempo potrebbe essere utile, ma nel frattempo, i partiti “consentano la nascita di un Governo neutrale rispetto alle forze politiche”, che, laddove nascesse una maggioranza parlamentare, si dimetterebbe per lasciare spazio ad un governo politico.
Per convincere Di Maio e Salvini ad appoggiare un governo di tale natura, Mattarella ha sottolineato che si farà garante del ruolo completamente istituzionali dei suoi componenti cui esigerebbe “l’impegno a non candidarsi alle elezioni”.
Inoltre, ha sottolineato che la nascita di un governo super partes scongiurerebbe di tornare a votare con il Rosatellum e di ritrovarsi nella stessa situazione di oggi, provato che cambi qualcosa tra qualche mese.
Pur avendo poi ammesso di preferire un ritorno alle urne più “tardivo” (autunno), che consenta al potenziale governo tecnico di occuparsi di DEF, Legge di Bilancio e dialogo con l’Europa, non ha escluso affatto la possibilità di andare a votare in piena estate, con tutti i rischi del caso, cosa che “non si è mai fatta prima”. Sarebbe anche la prima volta che una Legislatura termina prima di cominciare.
La proposta di Mattarella di un “Governo neutrale“, per ora, è stata accettata soltanto dal Partito Democratico (in toto, leggi segretario reggente Maurizio Martina e segretario dimissionario Matteo Renzi). Pur con toni rispettosi, l’opzione tecnica è stata rigettata da Lega, Fratelli d’Italia e MoVimento 5 Stelle.
La bocciatura del “Governo di servizio” potrebbe essere quindi il primo tassello della seconda campagna elettorale del 2018, con elezioni nel mese di luglio (con Lega e Movimento 5 Stelle che insistono su domenica 8 luglio – nonostante a norme vigenti non sia possibile considerare questa data – altre date possibili domenica 15, 22 o 29 – quest’ultima ipotesi altamente improbabile) o nel mese di settembre (in questo caso le date migliori sembrano essere le domeniche 23 e 30).
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