Il Ministero dell’Economia tedesco ha reso pubblica la strategia per l’abbandono del combustibile fossile. Completato il quadro dei nuovi vertici di Parlamento Ue, Consiglio europeo e Bce
Parlamento europeo: i punti principali della Plenaria Costitutiva 2 – 4 luglio
Nel periodo compreso tra martedì 2 e giovedì 4 luglio si è riunita a Bruxelles la prima Plenaria del nuovo Parlamento europeo.
I gruppi parlamentari che al 2 luglio hanno rispettato tutti i requisiti per la propria formazione e che dunque compongono il Parlamento europeo sono sette: il Partito Popolare Europeo (PPE) con 182 membri di cui fa parte Forza Italia, i Socialisti e Democratici (S&D) con 154 membri di cui fa parte il Partito Democratico, Renew Europe con 108 membri di cui fa parte +Europa, Verdi/Alleanza Libera Europea (Verdi/ALE) con 74 membri, Identità e Democrazia (ID) con 73 membri di cui fa parte la Lega, Conservatori e Riformisti Europei (ECR) con 62 membri di cui fa parte Fratelli d’Italia e il Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica (GUE/NGL) con 41 membri. Infine, ci sono i non iscritti che sono composti dai deputati che non hanno aderito a nessun gruppo (57 membri) di cui fanno parte gli eletti del Movimento 5 Stelle.
Durante la prima plenaria i deputati hanno eletto David Sassoli (S&D e Partito Democratico) presidente del Parlamento europeo. Inoltre, sono stato eletti i membri dell’ufficio di presidenza (Bureau), ossia 14 vicepresidenti e 5 questori.
Il Parlamento ha inoltre deciso la composizione, ossia il numero dei membri da collocare nelle varie commissioni parlamentari mentre i gruppi politici hanno designato i propri rappresentanti nelle commissioni.
Infine, giovedì 4 luglio gli eurodeputati hanno discusso le candidature alla presidenza della Commissione Ue e della Banca Centrale Europea proposte dal Consiglio europeo esprimendo il proprio disappunto nei confronti degli Stati membri per non aver rispettato il meccanismo dello Spitzenkandidaten considerato maggiormente partecipativo e democratico.
Consiglio europeo: le proposte sui vertici delle principali istituzioni europee
Nel corso del vertice durato da domenica 30 giugno a martedì 2 luglio, il Consiglio europeo ha eletto come suo presidente il primo ministro belga Charles Michel che resterà in carica dal 1 dicembre 2019 al 31 maggio 2022 con la possibilità di essere rinnovato per un mandato. Charles Michel è stato altresì eletto presidente del Vertice euro per un mandato della stessa durata.
Il Consiglio europeo ha inoltre proposto la Ministra della Difesa tedesca Ursula von der Leyen per la carica di presidente della Commissione europea e l’attuale presidente del Fondo Monetario Internazionale (FMI), la francese Christine Lagarde, per la presidenza della Banca Centrale Europea (BCE).
L’attuale Commissione Ue e i vertici della BCE rimarranno in carica, salvo sorprese, sino al 31 ottobre 2019.
Il presidente della Commissione europea deve essere eletto a maggioranza assoluta dal Parlamento europeo la cui prima data utile è la Plenaria del 15 – 18 luglio. Il mandato dura 5 anni e quindi terminerà il 31 ottobre 2024.
Per quanto concerne la presidenza della BCE, il Consiglio europeo adotterà una decisione formale relativa alla nomina sulla base di una raccomandazione del Consiglio, dopo aver consultato il Parlamento europeo e il Consiglio direttivo della BCE. Il mandato di presidente della Banca centrale europea ha una durata di otto anni e non è rinnovabile.
Il Consiglio europeo considera inoltre Josep Borrell Fontelles il candidato adeguato per la carica di Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. La nomina formale dell‘Alto rappresentante da parte del Consiglio europeo necessita dell’accordo del presidente della Commissione.
Commissione Ue: ammesse tre iniziative dei cittadini
Mercoledì 3 luglio la Commissione europea ha dichiarato giuridicamente ammissibili tre nuove iniziative dei cittadini europei, due delle quali sono relative ad energia e ambiente.
Nell’iniziativa titolata “Un prezzo del carbonio per lottare contro i cambiamenti climatici”, gli organizzatori chiedono alla Commissione di proporre una normativa dell’Ue che introduca un prezzo minimo per le emissioni di CO2, abolisca l’attuale sistema di quote di emissioni gratuite per coloro che inquinano nell’Ue e introduca un meccanismo di adeguamento alla frontiera; nel contempo le entrate derivanti dalla fissazione del prezzo del carbonio verranno dirottate verso le politiche europee che sostengono il risparmio energetico e l’uso di fonti rinnovabili e impiegate per ridurre l’imposizione fiscale sui redditi più bassi.
Nell’iniziativa “Mettiamo fine all’era della plastica in Europa”, i cittadini organizzatori chiedono alla Commissione europea di rivedere la direttiva sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente al fine di vietare tutti i prodotti di plastica monouso in Europa. L’iniziativa mira a ottenere il divieto di tutti gli imballaggi e di tutte le bottiglie di plastica entro il 2027.
Entrambe le proposte saranno ora registrate rispettivamente il 22 e il 26 luglio sul portale dedicato alle iniziative dei cittadini europei, date a partire dalle quali gli organizzatori dovranno raccogliere un milione di firme perché la Commissione valuti il merito delle proposte e decida se convertirle in proposte di legge oppure no motivando la decisione.
Germania: entro l’anno una legge sul phase out dal carbone
Mercoledì 3 luglio, il Ministero dell’economia e delle tecnologie tedesco ha pubblicato una strategia per il phase out dal carbone.
Le tempistiche per la preparazione e approvazione di una legge che indichi tempi e modi del phase out sono le seguenti: entro l’autunno, la redazione di un progetto di legge sull’uscita dal carbone; successivamente, l’avviamento delle trattative con gli operatori delle centrali elettriche a lignite su quali impianti chiudere e quando; entro la fine dell’anno, l’approvazione di una legge che preveda i modi per l’eliminazione del carbone.
Durante la stesura del progetto, il Ministero si avvarrà delle raccomandazioni della German Coal Commission con cui è già stato raggiunto un compromesso sul phase out entro il 2038 prevedendo un sostegno di 26 miliardi di euro alle regioni del carbone (Brandeburgo, Renania settentrionale-Vestfalia, Sassonia e Sassonia-Anhalt) per la gestione della transizione.
Attualmente l’industria del carbone in Germania impiega circa 20.000 persone e produce circa un terzo dell’energia elettrica tedesca.
L’industria del rame chiede il sostegno dell’Ue per incrementare la circolarità
L’International Copper Association e l’Istituto Europeo del Rame (membri della Copper Alliance), attraverso una pubblicazione sulla testata Euractiv, chiedono alle rinnovate istituzioni europee maggior disponibilità al dialogo e alla condivisione di informazioni con lo scopo di migliorare la qualità delle politiche in materia di economia circolare.
L’idea è che il rame possa giocare un ruolo fondamentale nella transizione all’economia circolare. Oggi, metà della domanda di rame in Europa viene soddisfatta utilizzando materiale riciclato. Quando il rame viene riciclato e utilizzato per un nuovo scopo, non perde le sue proprietà o qualità, consentendo un riutilizzo e un riciclo praticamente illimitati. Inoltre, anche i sottoprodotti di rame possono essere riciclati, favorendo così il riciclo di altri prodotti.
Tuttavia, nonostante esistano esempi di industrie virtuose (Farga Lacambra in Spagna, Aurubis in Germania, Metallo in Belgio), le istituzioni devono fare di più per incentivare i processi circolari.
Secondo l’industria, il legislatore dovrebbe intervenire per esempio incentivando l’utilizzo delle scorie di rame nell’edilizia che è talvolta vietato nonostante andrebbe a sostituire l’utilizzo di materiali non riciclabili. Andrebbe poi incentivato il riciclo del rame presente nei prodotti elettronici che ad oggi richiede un gran quantitativo di energia se paragonato all’utilizzo di materiale vergine ma considerando l’intero ciclo, l’impatto ambientale complessivo viene ridotto significativamente.
Secondo l’industria del rame è di vitale importanza che aziende e decisori politici lavorino a stretto contatto per creare le basi per una transizione circolare virtuosa.