Al centro anche investimenti UE su infrastrutture e rischio “rimbalzo” su efficienza energetica
Gli attenti osservatori del modello di economia circolare hanno di che preoccuparsi. I dati emersi dal primo report sulla circolarità pubblicato la scorsa settimana hanno evidenziato lacune profonde e fanno presagire un lungo e faticoso lavoro di transizione.
Passi avanti invece sul versante dell’Unione Energetica dopo la concessione da parte del Consiglio UE del finanziamento di 873 ml di euro a 17 progetti selezionati riguardanti il settore dell’energia e del gas.
Si è parlato molto nelle ultime settimane di obiettivi riguardanti l’efficienza energetica, molto meno dell’effetto di “rimbalzo” che potrebbe sul lungo periodo far aumentare i consumi.
Di seguito l’approfondimento delle tre news della settimana:
- Il think-tank olandese Circle Economy ha pubblicato durante il World Economic Forum di Davos il primo report sull’economia circolare dal titolo Circularity Gap Report che fotografa lo stato attuale dell’economia circolare con l’obiettivo di sviluppare un metodo per rendere misurabile la transizione dell’economia globale verso un modello di maggior circolarità. I dati evidenziati sono significativi. Secondo il report nel 2015 abbiamo riciclato soltanto il 9,1 % delle risorse globali sfruttate. Ciò significa che su 92,8 mld di tonnellate di risorse sfruttate (circa 34 kg a persona) siamo riusciti a riciclarne soltanto 8,4 Mld. Sul totale delle risorse sfruttate ben 51,9 mld sono state destinate alla fabbricazione di prodotti a breve durata mentre solo 21,5 mld alla fabbricazione di quelli a lunga durata, destinati soprattutto al settore delle costruzioni. Sempre secondo il think-tank, 19,4 mld di risorse sono state trasformate in rifiuti e solo il 46% è stato riciclato. Il report ha calcolato che tra il 1900 e il 2015 l’estrazione di risorse naturali è cresciuto di 12 volte, ed entro il 2050 raddoppierà: un tasso di crescita contenuto solo grazie al passaggio ad un’economia totalmente circolare. Il report afferma che il 67% delle emissioni di gas ad effetto serra è dovuta allo sfruttamento di risorse naturali. Il passaggio ad un’economia completamente circolare permetterebbe una riduzione di queste emissioni del 72%. Il Circularity Gap Report afferma che 84,4 mld di tonnellate di risorse estratte sono state utilizzate per il fabbisogno sociale: 42,4 mld per abitazioni e infrastrutture; 21,8 mld per la nutrizione; 12 mld per la mobilità; 9,1 mld per i beni di consumo (telefoni cellullari, elettrodomestici, vestiti e altro); 4,4 per servizi (scuole, servizi assicurativi e bancari); 2,3 mld per assistenza sanitaria; 2,7 mld per la comunicazione (data center e altro). Sono quattro le misure proposte dal think-tank per colmare il gap di circolarità: 1) costruire una coalizione globale (aziende, governi, ong, accademici) che ogni anno stila un rapporto sullo stato dell’economia circolare; 2) sviluppare un’agenda di azioni condivise e individuare chiari obiettivi di sviluppo sostenibile e riduzione delle emissioni; 3) tradurre gli obiettivi globali in percorsi locali, riadattando le linee guida generali sui singoli Stati, Regioni, Comuni e comunità; 4) aumentare la nostra consapevolezza del benessere che uno sforzo verso la circolarità può generare.
- Giovedì 25 gennaio il Consiglio dell’UE ha approvato la proposta della Commissione di investire 873 milioni di euro in progetti ritenuti essenziali per le infrastrutture energetiche europee. I finanziamenti verranno erogati tramite il programma CEF (Connecting Europe Facility) e sosterranno 17 progetti selezionati nei settori dell’energia elettrica e del gas. L’obiettivo è da un lato quello di raggiungere l’Unione energetica rendendo il sistema energetico europeo più competitivo e dall’altro di fornire a tutti consumatori energia meno costosa e più sicura. Dei 17 progetti selezionati 8 sono nel settore dell’energia elettrica (sostegno dell’UE: 680 milioni di euro) e 9 nel settore del gas (sostegno dell’UE: 193 milioni di euro), e di questi 4 sono relativi a opere di costruzione (sostegno dell’UE: 723 milioni di euro) e 13 a studi (sostegno dell’UE: 150 milioni di euro). Nel settore dell’energia elettrica un finanziamento di 578 milioni di euro – il più elevato mai concesso nell’ambito del CEF – avrà un ruolo decisivo nella costruzione dell’interconnessione Francia-Spagna nel Golfo di Biscaglia. Il nuovo elettrodotto permetterà di integrare meglio la penisola iberica nel mercato interno dell’energia elettrica. A SuedOstLink, uno dei principali progetti infrastrutturali tedeschi nel settore dell’energia, sarà concesso un finanziamento di 70 milioni di euro per attivare il collegamento tra l’energia eolica prodotta nel nord del paese e i centri di consumo ubicati nel sud. Nel settore del gas il CEF sosterrà progetti infrastrutturali importanti per due Stati membri insulari. In primo luogo, l’introduzione del gas naturale a Cipro grazie al progetto CyprusGas2EU (sostegno dell’UE 101 milioni di euro). In secondo luogo un finanziamento di 3,7 milioni di euro sarà erogato per lo studio di un gasdotto tra Malta e l’Italia con l’obiettivo di mettere fine all’isolamento maltese dalla rete europea del gas.
- Il deputato dei Verdi Philippe Lamberts ha presentato alla Commissione un’interrogazione attraverso cui chiede se e in che misura la Commissione tiene conto dell’impatto che potrebbe avere l’effetto “rimbalzo” sugli obiettivi di efficienza energetica attualmente proposti. Il rischio posto da Lamberts riguarda il fatto che aumentando gli obiettivi di efficienza energetica si possa ottenere l’effetto di rimbalzo, ossia l’aumento dei consumi, magari per un cambio nel comportamento del consumatore. Immaginiamo che per aumentare l’efficienza energetica si debba maggiormente stimolare il mercato dell’IOT, gadget intelligenti e case intelligenti, ebbene ciò comporterebbe necessariamente un cambio nel comportamento del consumatore che esposto a nuovi comfort potrebbe far aumentare i propri consumi. Il Commissario per l’ambiente Karmenu Vella ha risposto che per quanto concerne la Direttiva sull’efficienza energetica la Commissione ha esaminato due frequenze di rimbalzo rispettivamente del 21% e del 43%. Nel primo caso le politiche proposte (proroga dell’articolo 7; revisione della direttiva 2010/31/UE3 ed Ecodesign/Labeling) fornirebbero risparmi sufficienti per raggiungere il 30% di efficienza energetica entro il 2030. Nel secondo invece l’effetto di rimbalzo richiederebbe ulteriori misure (come le norme CO2 post-2020 recentemente proposte per auto e furgoni). Vella ha inoltre aggiunto che la Commissione ha utilizzato una serie di strumenti di modellizzazione per analizzare e prevedere le emissioni di gas ad effetto serra.