Che cos’è il nuovo indicatore ”equo e sostenibile” della crescita
di LabParlamento
Il Def (Documento di Economia e Finanza) approvato dal Consiglio dei Ministri contiene una novità in tema di indicatori economici. Si chiama Bes, Benessere equo e sostenibile e terrà conto di una serie di fattori anche sociali, ambientali e di uguaglianza, andando gradualmente ad affiancare all’interno della programmazione finanziaria il più noto e storico Pil (Prodotto Interno Lordo).
Plaudono subito gli ambientalisti mentre il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti parla di: “Un elemento di grande novità per il nostro Paese, che rafforza il legame tra qualità ambientale e sviluppo economico”. “In particolare, l’inserimento dell’indicatore ’emissioni di Co2 e altri gas climalteranti’ indirizzerà ancora di più la programmazione delle riforme verso quel disaccoppiamento tra crescita del Pil e produzione di Co2 che è già una tendenza riscontrata nell’economia globale”. Secondo il ministro “il fatto che l’Italia per prima in Europa e tra gli Stati del G7 si doti di questo strumento dimostra ancora una volta che sugli impegni internazionali, a partire da quelli della Cop21 di Parigi, non siamo disposti a passi indietro”.
In realtà è da alcuni anni che è in corso nei paesi industrializzati, e in Italia in modo particolare, un confronto sulla necessità e l’urgenza di considerare lo sviluppo economico di una nazione non più soltanto in termini meramente numerici di Pil, ma anche e soprattutto in base a criteri molto più ampi e complessivi in grado di rispecchiare un più autentico e allargato indice di benessere dei cittadini.
Il Bes, oggetto da tempo di attente applicazioni da parte di Cnel e Istat, mira pertanto a valutare il progresso di una società tenendo in debito conto, oltre che aspetti economici, anche fattori ambientali generali e specifici, articolati in base a fondamentali criteri di equità e sostenibilità sociale e collettiva. Per calcolare periodicamente il benessere nei suoi numerosi aspetti, gli analisti prendono in considerazione alcuni indicatori (dalla salute alle relazioni sociali, dall’ambiente alla qualità dei servizi) e la percezione che di essi hanno i cittadini interessati da un campione statistico.
In attesa che un apposito comitato stabilisca quali valori andranno inseriti in via definitiva, il Ministero dell’Economia adesso ha anticipato i tempi introducendone già da quest’anno quattro: il reddito medio disponibile, un indice di diseguaglianza (previsto in calo), il tasso di mancata partecipazione al lavoro e le emissioni di anidride carbonica (in crescita, ma meno del Pil).
Ora, sarà importarne monitorarne gli effetti. Anche a fini pratici per ottenerne (chissà!) una maggiore flessibilità in sede di trattativa con la Ue per i nostri conti pubblici.