Gli accordi di Parigi ora devono essere concretizzati. Domenica e lunedì prossimi vertice a Bologna. La posizione italiana
di LabParlamento
Un vertice di confronto tra Stati, istituzioni, associazioni e aziende per promuovere lo sviluppo sostenibile e rendere la tutela ambientale un fattore di crescita. Obiettivo specifico quello di far compiere alla comunità internazionale passi in avanti su tutti i traguardi di settore, dagli impegni per il Clima a quelli per i contenuti nell’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile, dalla lotta all’inquinamento marino alla finanza verde, allo sviluppo dell’economia circolare. Questo lo scenario del G7 Ambiente, che il Governo italiano presiederà domenica e lunedì, a Bologna, dopo aver organizzato una serie di eventi collaterali preparatori.
L’incontro è il primo all’indomani della dichiarazione ufficiale della nuova Casa Bianca di uscire/rinegoziare gli accordi di Parigi. L’interrogativo sul tavolo è dunque come conciliare gli impegni internazionali dei Paesi più industrializzati a favore dell’ambiente con le posizioni di chiusura espresse dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Specie verso quelle sui cambiamenti climatici adottate, a Parigi, nel dicembre 2015.
Secondo il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che al riguardo ha parlato di recente con Il Sole 24 Ore, a Bologna ci sarà una discussione molto approfondita proprio sui meccanismi per l’applicazione dell’Accordo di Parigi. Non soltanto riguardo gli obiettivi di riduzione della CO2, ma anche su come raggiungere quegli obiettivi. “A Parigi abbiamo messo in moto un meccanismo che dal punto di vista economico può dare benefici a chi sa cogliere le opportunità”, ha sottolineato il ministro, aggiungendo che indietro non si torna più.
D’altra parte, sempre secondo Galletti, le aziende che, per esempio, investiranno sull’economia circolare saranno più concorrenziali, più forti sul mercato perché risparmieranno risorse, useranno meno energia, produrranno meno rifiuti. L’ambiente non è soltanto un grande tema etico e morale: è anche un grande tema economico sul quale si giocherà la differenza competitiva nella quarta rivoluzione industriale. Gli Stati Uniti insomma rischiano di perdere questa occasione.
“Per quanto riguarda l’Italia, Galletti sottolinea l’importanza della Strategia Energetica Nazionale, che si appresta ad essere sottoposta a consultazione (sembra, il 12 giugno, ndr), e che persegue obiettivi ambientali importanti, come la riduzione di almeno il 40% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030, l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili al 27%, le rinnovabili. Come arrivarci? “Penso al biometano, alle auto elettriche e a gas, alla mobilità sostenibile”, sottolinea. E si lavora già ad un “pacchetto fiscale green” che preveda un taglio del cuneo fiscale per i green job.
A sua volta, questa strategia si inserisce negli impegni europei del cosiddetto “pacchetto invernale”. E, tra questi nella proposta sulla Governance dell’Unione dell’energia. In base a quanto previsto dal provvedimento, entro il 1° gennaio 2019 ogni Paese dell’Ue dovrà presentare un Piano energetico e climatico integrato per il periodo 2021-2030, nel quale indicherà il percorso di avvicinamento ai target indicati dalla Commissione e ribaditi dall’Accordo di Parigi. Inoltre, gli Stati membri saranno obbligati a elaborare una Strategia per le basse emissioni a lungo termine, in modo da iniziare a tracciarne per tempo un’ adeguata roadmap.