Tajani apre la strada alla nuova mossa del Cavaliere in vista della decisione di Strasburgo e… delle elezioni
di LabParlamento
Il Congresso del Ppe (Partito Popolare Europeo), ieri e oggi a Malta, è l’occasione per Silvio Berlusconi di tornare sulla scena politica europea (ma la decisione è anche tutta “ad uso nazionale”).
Forza Italia è parte integrante del Ppe ed è il partito che esprime il presidente dell’Europarlamento. E proprio dei buoni uffici di Antonio Tajani, il Cavaliere si è servito per programmare la folta missione (una trentina i parlamentari al seguito) che prevede, soprattutto, incontri bilaterali con tre leader di rango come Merkel (Germania), Orban (Ungheria) e Rajoy (Spagna).
Non sfugge l’intento di riaffermare il primato sulla leadership del centro-destra nel momento, forse, di maggiore “pericolo” per le pretese dei due più giovani concorrenti, Salvini e Meloni, in particolare il primo. Molto dipenderà anche dalla futura legge elettorale ma il messaggio di Berlusconi ai “sovranisti” è chiaro: Forza Italia è un partito moderato, alternativo alla sinistra e alleato con la destra, come lo sono le forze politiche del Ppe più o meno in tutt’Europa. Lo spostamento agli estremi non paga. Anzi, può essere fonte di mancate vittorie e cocenti delusioni. Bene dunque restare coalizzati però con lui, e Forza Italia, come perno dei moderati (“Siamo contro il populismo”, dice più volte). Di tutti i moderati, anche di quelli vicini e lontani, allo stesso tempo, come Alfano e Casini non a caso presenti anche loro a Malta.
Poi c’è lui, Berlusconi. La riapparizione “fisica” in sede europea da una parte vuole dimostrare che tanta acqua è passata sotto i ponti delle risatine (era il 2011) tra Merkel e Sarkozy che preparavano l’arrivo di Monti. Poi che Berlusconi crede con forza alla decisione, ormai prossima, della Corte di Strasburgo sul suo “reintegro” politico-parlamentare oltre al riconoscimento pieno e completo della propria innocenza.
Infine, il Cavaliere è convinto che, se tutti questi passaggi, si compiranno la nuova candidatura al Senato potrà essere ancora una volta decisiva. “Sondaggi non di parte dicono che la mia presenza o meno alle prossime elezioni vale il 10-15%” ha dichiarato oggi. Come dire, senza di me – come un tempo – non vanno da nessuna parte. La scelta del leader del centro-destra, eventuale candidato premier – se le elezioni saranno positive e intemperanze dei due giovani a parte – può attendere il dopo urne e potrebbe anche non coincidere con la sua persona. Ma dal suo tavolo dovrà passare. Almeno, questo è il disegno. Staremo a vedere.