Il 19 dicembre la manovra in Aula. 820 gli emendamenti segnalabili: 430 alle opposizioni, 390 alla maggioranza
Martedi 5 dicembre la legge di bilancio arriverà alla Camera, dopo l’approvazione di ieri in Senato.
Il percorso della manovra a Montecitorio durerà un paio di settimane, dato che l’avvio della discussione in Aula è previsto per martedì 19 dicembre.
Per accelerare al massimo i lavori, le tappe dell’iter alla Camera sono state già individuate ieri, in occasione della riunione dell’Ufficio di Presidenza della Commissione Bilancio.
Si partirà dunque martedi con la discussione generale in Commissione, per poi proseguire l’esame del provvedimento nei due giorni seguenti (il 6 e il 7 dicembre). La scadenza per la presentazione degli emendamenti è fissata alle ore 15 di giovedi 7 dicembre.
Lunedi 11 sarà la giornata dedicata alle inammissibilità e ai ricorsi.
Martedi 12 alle ore 12 scadrà invece il termine per le segnalazioni degli emendamenti da parte dei Gruppi parlamentari.
Da mercoledi 13 inizieranno le votazioni. Domenica 17 in tarda serata è fissato il momento in cui sarà dato il mandato al relatore (salvo problemi in seno alla maggioranza). Dal 19 dicembre, come si diceva, è previsto l’avvio della discussione generale in Assemblea.
Gli spazi non sono molto ampi, ma neanche troppo stretti. Nella riunione di ieri si è infatti deciso di consentire ai Gruppi di segnalare fino a 820 emendamenti. 430 potrà indicarli l’opposizione, secondo la seguente suddivisione: 96 M5S, 71 Fi, 59 Mdp, Si 38, Scelta civica 37, Lega Nord 41 e FdI 33. Al Misto le residue possibilità di segnalazione.
Le ulteriori 390 segnalazioni saranno riservate alla maggioranza: 233 al Pd, 47 a Democrazia solidale, 54 ad Ap.
Tale suddivisione sta peraltro a indicare la conferma di un secondo passaggio della manovra a Palazzo Madama, prima della pausa per le festività natalizie.
Fino a Natale dunque si sa cosa accadrà, cosà succederà invece dopo aver mangiato il panettone non è ancora chiaro.
Ma certo è che se si dovesse andare a votare il 18 marzo 2018, al massimo ai primi di gennaio si dovranno sciogliere le Camere e convocare le elezioni, seguendo i tempi e i modi indicati dalla nuova legge elettorale.