Molta incertezza sull’esito, anche per via dei flussi dei perdenti al primo turno
di LabParlamento
Domenica prossima ci sarà il ballottaggio ad Ostia tra Monica Picca, rappresentante del “centrodestra unito”, e Giuliana Di Pillo del Movimento 5 Stelle avanti di 4 punti percentuali al primo turno. Tanti i fattori che hanno animato la vigilia e possono influenzare il voto finale. Su tutti l’aggressione di Roberto Spada al giornalista Rai di “Nemo”, poi il corteo antimafia che ne è seguito. Conseguenza diretta il clima “blindato” in cui i cittadini andranno alle urne. Pesa poi molto l’interrogativo, peraltro ricorrente, sull’astensionismo, che proprio il fattore precedente favorisce. Sul tavolo, almeno in questa fase e a meno di una inversione di rotta nei prossimi sondaggi, una sorta di prova generale per le elezioni nazionali di primavera.
La “questione Spada” rischia di giocare un ruolo importante. Sebbene non ne siano delineati i contorni esatti. Un “caso” eclatante, ad esempio: l’asserita vicinanza con la famiglia Spada da parte di un candidato per Fratelli d’Italia, collegato al Centrodestra, finito nell’occhio del ciclone per un post su Facebook proprio sulla bacheca di Roberto Spada. Un fatto che ha costretto il partito a un intervento ufficiale per evitare ogni possibile coinvolgimento. Arrivando fino all’ espulsione.
Lo scenario, però, resta confuso. A parole tutti fanno mostra di condanna “senza se e senza ma” degli Spada. Perfino Casapound, che vanta ben 5.700 voti. E che pure in molti hanno considerato quantomeno “vicina” al clan. I “nuovi fascisti” potrebbero aiutare il centrodestra. Ma attenzione, si tratta di un movimento complesso che potrebbe prendere direzioni impreviste. Anche non richieste. Poi ci sono i civici. Anche qui la questione è da tenere sotto controllo. Il Laboratorio Civico X di Franco De Donno si è sempre definito apartitico ma non disdegna la visione dei 5 Stelle come si è visto anche in occasione del corteo antimafia. I voti del PD a loro volta sono tanti per una sfida così equilibrata. I Dem lasceranno “piena libertà agli elettori” però sui banchi dell’opposizione, comunque, condurranno “una dura battaglia nei confronti della amministrazione Raggi”. Ovvero: il partito non appoggia nessuno, ma se il M5s perde non si strapperà i capelli.
Nel primo turno, solo un elettore su tre è andato alle urne. Per entrambi i contendenti, quindi, il bacino più ampio da cui pescare è quello degli astenuti. Delusi e disillusi, tuttavia, sono difficilmente movimentabili in pochi giorni soprattutto in una situazione di forte tensione. Però questo resta l’obiettivo dichiarato del Movimento Cinque Stelle che, nel 2016, si giovò proprio della grande partecipazione alle urne e che, più volte, ha manifestato l’intenzione di correre da solo. Il famoso “effetto Raggi”, in caso di sconfitta, del resto, potrebbe aprire scenari da resa dei conti nei confronti della sindaca, alterando gli equilibri interni.
Insomma, partita aperta. Una sola cosa fin qui sicura: a spuntarla sarà comunque una donna.