Gli ex Pd mettono nel mirino anche la Legge di Bilancio
Si è ufficialmente messo in moto, nella Commissione Affari Costituzionali della Camera, l’iter di discussione del “Rosatellum 2.0”. Nella serata di ieri la Commissione presieduta da Andrea Mazziotti di Celso ha infatti adottato (dopo una serie di sospensioni di seduta dovute al tema dei collegi del Trentino-Alto Adige) il testo base proposto dal capogruppo Pd, nonché relatore, Emanuele Fiano, fissando per le 12 di venerdì 29 settembre il termine per la presentazione di emendamenti.
Il primo via libera al nuovo tentativo di arrivare a una riforma delle leggi elettorali di Montecitorio e Palazzo Madama è arrivato con i voti di Partito Democratico, Alternativa Popolare, Forza Italia (con l’obiettivo di correggere il testo in chiave proporzionalista), Lega Nord e Ala-Scelta Civica. Com’era nelle previsioni, si sono detti contrari al sistema per un terzo maggioritario e per due terzi proporzionale il Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia, Sinistra Italiana e Mdp. In particolar modo, il rappresentante degli scissionisti ex Pd Alfredo D’Attorre nel corso della riunione della Affari Costituzionali ha più volte incalzato il presidente e il relatore (spingendo Fiano a chiarire che ogni partito che raggiungerà il 3%, sia in solitaria che all’interno di una coalizione, accederà al riparto dei seggi), definendo la nuova versione del Rosatellum “un’altra legge con forti dubbi di costituzionalità” e criticando la presenza dei listini bloccati, che nella sua visione implicherebbero “due terzi di candidati sicuri dell’elezione”.
Proprio le molte critiche che i bersanian-dalemiani stanno riservando a quella che sarà l’ultima opportunità di mettere mano alla questione prima della fine della Legislatura gettano delle ombre non solo sul cammino parlamentare del Ddl, ma anche sull’agenda della maggioranza per le prossime settimane. In base a quanto stabilito sempre ieri dalla Capigruppo della Camera, il “Rosatellum 2.0” andrà in Aula martedì 10 ottobre, cinque giorni prima della data limite per la presentazione a Bruxelles, da parte del Governo, della Legge di Bilancio 2018. Non a caso, dalle parti di Mdp si stanno moltiplicando le voci che mettono in relazione le due partite, avvertendo il Partito Democratico che in prossimità della scadenza naturale del Parlamento tout se tient e che, quindi, una legge elettorale “ostile” potrebbe portare al venir meno dei loro voti in favore della finanziaria.