Europa divisa sulle modalità con cui tassare la digital economy
Dopo una serie di iniziative unilaterali, i Ministri delle finanze europei si sono riuniti nel meeting informale del Consiglio Ecofin, svoltosi a Tallinn il 15 e il 16 settembre, valutando e condividendo una serie di proposte normative volte a superare – ed in parte colmare – il vulnus recato negli ultimi anni dall’economia digitale alla sovranità fiscale degli Stati.
I Ministri – come sottolineato al termine della riunione dallo stesso Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan – si sono trovati a doversi interfacciare con un tema particolarmente complicato sia sotto un profilo politico che tecnico. Si tratta, infatti, di adottare delle scelte condivise tra tutti gli Stati – vista la struttura del business – che passano necessariamente da un ripensamento dei tradizionali concetti di tassazione.
L’incertezza delle soluzioni da adottare è emersa con evidenza nel corso del meeting, dove i Ministri partecipanti hanno avanzato diverse proposte, alcune volte a rivedere il tradizionale concetto di stabile organizzazione, altre animate dall’intento di introdurre un’imposta sulla pubblicità online con ritenuta alla fonte, altre ancora intese a tassare le imprese non sulla base dei profitti, ma in ragione del fatturato.
Tali iniziative tuttavia non hanno trovato il plauso di tutti i presenti, in quanto caratterizzate da criticità tecniche e divisioni politiche non sempre superabili. In questo contesto, il Ministro Padoan ritiene opportuna una soluzione ponte, in vigenza della quale negoziare un accordo di lungo periodo. In sostanza, in prima battuta si dovrebbero adottare misure che tassino le aziende del web sulla base del fatturato e successivamente condividere un accordo strutturale a livello europeo.
E’ doveroso sottolineare come il raggiungimento di tale accordo strutturale dovrebbe certamente essere condiviso con gli Stati Uniti, dove hanno sede i principali global player della digital economy e ove vige il principio della “detassazione” del web.
Le diversità di approccio tra i partecipanti al meeting sembrano essere accentuate anche dalla posizione espressa dal Presidente della Commissione europea, il quale ritiene opportuna per la tassazione della digital economy l’introduzione di una base imponibile unica per le imprese operanti in più Paesi Membri.
Ciò posto, importanti saranno le evoluzioni e gli incontri programmati per i prossimi mesi. Infatti, entro la fine di settembre, la Commissione europea presenterà una prima comunicazione che elencherà agli Stati Membri le diverse opzioni individuate per tassare la digital economy. Successivamente, entro dicembre, i Ministri finanziari potranno scegliere tra tali ipotesi quelle preferite, permettendo così, in primavera, alla Commissione di presentare un vero e proprio progetto legislativo sul quale avviare le varie discussioni.