Impossibile convergere su documento condiviso. Scarso coordinamento Bankitalia-Consob
di LabParlamento
“Nello scenario che ha caratterizzato l’ultimo decennio, l’esercizio dell’attività di vigilanza non si è dimostrato del tutto efficace“. Lo si legge nella relazione di maggioranza, illustrata dal vice presidente Mario Maria Marino (Pd), che la Commissione di inchiesta sulle banche ha votato stamane approvandola con 19 voti fra Pd e centristi contro 15 (6 gli assenti) In precedenza, in sede di ufficio di presidenza, non si era registrato nessun accordo sul testo della relazione finale, in base ad un documento che fosse condiviso tra i gruppi. I lavori della Commissione si sono quindi chiusi con relazioni di ciascun gruppo che saranno messe agli atti. Insomma, nonostante i buoni propositi ancora di poche settimane fa, lo scontro elettorale sembra aver fatto premio su tutto il resto come, del resto, si paventava fin dall’inizio.
“La Commissione è giunta a ritenere che in tutti i 7 casi” di crisi bancarie oggetto di indagine “le attività di vigilanza sia sul sistema bancario (Banca d’Italia) che sui mercati finanziari (Consob) si siano rivelate inefficaci ai fini della tutela del risparmio”, si legge ancora. “La disamina e l’approfondimento di alcuni eventi che hanno contraddistinto l’azione della vigilanza – nella specie di Banca d’Italia e Consob – ha fatto emergere, nell’ambito dell’inchiesta – si legge – oggettive debolezze nella collaborazione e nello scambio reciproco di informazioni rilevanti tra i due organismi”.
La Consob – dice ancora la relazione – dotata di “maggiori poteri” ispettivi rispetto alla Banca d’Italia, “non pare averli utilizzati adeguatamente (avendoli attivati in due sole occasioni) né aver, di fatto, conseguito risultati significativi”. “In effetti – si legge -, sulla base di quanto emerso dai lavori della Commissione, gli interventi attuati dalla Consob non hanno portato all’individuazione tempestiva di quelle criticità che solo l’Autorità Giudiziaria ha poi accertato, quando ormai i fatti contestati si erano da tempo consumati”.
“Appare opportuno perciò valutare la previsione di allargare a Banca d’Italia i poteri investigativi già riconosciuti a Consob dal Tuf e quindi, tra l’altro, il potere di utilizzare la polizia giudiziaria per effettuare accessi, ispezioni e perquisizioni”, si afferma poi nella relazione che indica anche la necessità di “garantire costanti ed efficaci scambi di informazioni tra le Autorità di vigilanza nazionali”, visto che la collaborazione tra Bankitalia e Consob “è stata carente e pertanto è necessario rafforzarla”.
Nella nota della Commissione di inizio mattinata si leggeva che: “L’Ufficio di Presidenza della Commissione bicamerale di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, ha constatato che il tentativo di approvazione di una relazione unitaria non incontra l’ampia convergenza tra i Gruppi che era richiesta”.
“Arrivare ad una relazione finale condivisa in Commissione d’inchiesta sulle banche è ancora possibile”, aveva detto tuttavia il capogruppo del Pd in commissione Matteo Orfini entrando all’ufficio di presidenza. “A leggere le agenzie direi di no – ha precisato – a guardare i lavori della commissione direi di si. Se si prescinde dai posizionamenti da campagna elettorale, è ancora possibile”.
Il Movimento 5 stelle si è orientato, invece, fin dall’inizio a votare no alla relazione, gli ha fatto eco Carlo Sibilia. Secondo Sibilia la bozza di relazione “è un caffè annaquato senza sapore non serve questo al sistema bancario. Si sono diluite le proposte, non ci sono responsabilità, non si aiutano i risparmiatori. Non possiamo accettare che il risultato di due mesi di lavori intensi sia quello che abbiamo ricevuto. Vedremo come andrà l’ufficio di presidenza ma siamo orientati a votare no”. “Mi pare – ha aggiunto – si sia barattata la tranquillità del sistema, si sia messa la polvere sotto il tappeto per riparlarne dopo le elezioni. Ma questo è un gioco alle spalle dei risparmiatori”.