Le “Considerazioni” di Visco all’Assemblea annuale
di LabParlamento
L’incertezza politica è sicuramente un fattore negativo ma quel che contano sono, da una parte, la scarsa lungimiranza programmatica della politica stessa e, dall’altra, il peso che grava sull’economia nazionale per colpa di due fattori: il debito pubblico e le sofferenze bancarie. Questo, in estrema sintesi, il messaggio che arriva dal Governatore della Banca d’Italia, Vincenzo Visco, in occasione della lettura, oggi a Roma, delle consuete Considerazioni Finali in occasione dell’Assemblea annuale, presente il presidente della Bce, Mario Draghi, assieme a ministri e istituzioni.
Per Visco, in scadenza di mandato, l’Italia viene “dagli anni peggiori della sua storia in tempo di pace”, le conseguenze della doppia recessione sono state “più gravi di quelle della crisi degli anni ’30”. Ma il Paese ce la può fare, si può riprendere, può tornare a crescere con energia, purché chi governa abbia a cuore i benefici per i cittadini. Occorre evitare dunque politiche di corto raggio, mentre bisogna perseguire “l’interesse generale, tenendo conto di chi resta indietro e di chi arretra, liberando l’economia da inutili vincoli, rendite di posizione, antichi e nuovi ritardi”.
Per il debito pubblico, il cui rapporto con il Pil è stato penalizzato dal 2008 in poi soprattutto dalla mancata crescita, l’obiettivo è riportarlo sotto il 10 per cento in un arco di 10 anni, grazie ad avanzi primari di bilancio, ovvero al netto degli interessi, del 4% l’anno. Una tabella di marcia ritenuta credibile. Il Governo, a sua volta, per rispettare i propri obiettivi di finanza pubblica evitando gli aumenti Iva dovrà definire «misure correttive dell’ordine di 1,5 punti del prodotto nel triennio 2018-2020».
Per quanto riguarda il sistema bancario, le dimensioni della parte più critica del nodo sofferenze viene valutato in 10 miliardi, che corrispondono alle rettifiche che dovrebbero operare quelle in difficoltà in caso di cessione rapida ai prezzi più bassi di mercato.
Nel suo intervento (nel quale tra l’altro ha attaccato direttamente l’ipotesi di un’uscita dall’euro, che non risolverebbe i problemi ma al contrario “determinerebbe gravi rischi di instabilità”), Visco ha espresso apprezzamento per le riforme strutturali avviate in Italia in questi anni, ma ha chiesto uno sforzo più intenso verso il recupero di competitività del Paese. In particolare servono un salto di qualità sul fronte dell’innovazione e un clima di maggiore coesione per ottenere miglioramenti più significativi dell’occupazione, che finora ha beneficiato, ma in modo “effimero”, solo della riduzione del costo del lavoro. D’altra parte agli attuali ritmi di crescita il Pil tornerebbe ai livelli del 2007 solo nella prima metà del prossimo decennio.