La Affari Costituzionali di Palazzo Madama ha avviato la discussione del Ddl approvato nel 2016 alla Camera. Obiettivo: favorire la partecipazione dei cittadini alla politica
Rafforzare i connotati di trasparenza e democraticità dei partiti e favorire la partecipazione dei cittadini alla vita politica, in modo da dare piena attuazione all’articolo 49 della Costituzione, in base al quale “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Questo è l’obiettivo del Disegno di legge che martedì 9 maggio ha iniziato il suo iter di discussione nella Commissione Affari Costituzionali del Senato, dopo essere stato approvato alla Camera nel giugno del 2016. Il Ddl si compone di 12 articoli, e la sua versione attuale è il risultato dell’accorpamento di circa 20 testi presentati sull’argomento da Gruppi di maggioranza e opposizione. I relatori del Ddl sono i senatori Bruno Mancuso di Alternativa popolare e Franco Mirabelli del Partito democratico.
Tra gli ambiti su cui interviene lo schema di provvedimento figurano le modalità di partecipazione degli iscritti alla definizione della linea delle forze politiche, i requisiti che i partiti dovrebbero rispettare per partecipare alle elezioni delle Camere (in tal senso, è prevista l’istituzione di una sezione “Elezioni trasparenti” nel sito Web del Ministero dell’Interno) e gli standard di trasparenza cui i movimenti dovranno attenersi in campo di elezione degli organi direttivi, selezione delle candidature e rendicontazione dei finanziamenti ricevuti (informazione che ogni partito sarà tenuto a rendere disponibile sulla propria pagina Internet). Nel dettaglio, le modifiche introdotte dal Disegno di legge verrebbero conseguite agendo sui contenuti della Legge 96/12 e del Decreto legge 149/2013, in seguito al quale si è passati dal finanziamento pubblico diretto ai partiti all’attuale sistema fondato sulla contribuzione volontaria in loro favore.
Data l’importanza della questione per la qualità della democrazia italiana, è auspicabile che se l’esame del testo dovesse davvero partire questo si riveli approfondito e privo di polemiche. Usare i temi della trasparenza e della democrazia interna delle forze politiche per scopi propagandistici sarebbe un ulteriore autogol dei partiti.