Tra le eredità (e qualche grana) che il nuovo esecutivo guidato dal Presidente Giorgia Meloni dovrà affrontare ci sarà quella di traguardare l’innovazione della sanità in chiave digitale, una delle linee di finanziamento previste dal PNRR.
Tra le riforme più attese c’è sicuramente quella della piena operatività del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), infrastruttura informatica che, proprio il mese scorso, ha ricevuto una battura d’arresto da parte del Garante privacy. L’Autorità, infatti, indirizzandosi al Ministero della salute e al Ministero per l’innovazione tecnologica, ha sventolato cartellino rosso sullo schema di decreto che prevede la realizzazione della nuova banca dati denominata “Ecosistema Dati Sanitari” (EDS), prevista proprio dalla riforma dell’FSE.
L’introduzione dell’Ecosistema Dati sanitari, con l’obiettivo di garantire il coordinamento informatico e assicurare servizi omogenei sul territorio nazionale, comporta di fatto la duplicazione di dati e documenti sanitari già presenti nel FSEe determina la costituzione della più grande banca dati sulla salute del nostro Paese. Un tale database raccoglierebbe a livello centralizzato, senza garanzie di anonimato per gli assistiti, dati e documenti sanitari relativi a tutte le prestazioni sanitarie erogate sul territorio nazionale.
Considerata dunque la delicatezza di tale struttura, capace di realizzare un trattamento sistematico su larga scala anche attraverso l’uso di algoritmi, il Garante ha chiesto al Ministero di riformulare lo schema di decreto, indicando i contenuti e le modalità di alimentazione della banca dati, insieme a quali diritti riconoscere alle persone, a partire dalla manifestazione di un consenso libero e informato all’uso dei dati.
Pur condividendo la necessità di introdurre strumenti volti ad agevolare lo sviluppo di servizi sanitari digitali offerti ai cittadini, l’Autority non ha potuto non sottolineare come sia doveroso che, nella loro realizzazione, vengano rispettati i diritti fondamentali delle persone. Nel decreto in discorso, infatti, tali tutele non sono state pienamente ravvisate, non risultando di conseguenza coerenti con la normativa di settore, presentando numerosi profili di violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali.
In generale, dunque, per quanto riguarda lo schema sul FSE, il Garante ha sottolineato come esso presenti ancora criticità e carenze nonostante l’Autorità abbia, fin dal 2020, indicato le specifiche misure necessarie per superarle. Il Ministero dovrà dunque specificare, in particolare, quali informazioni personali devono entrare nel Fascicolo sanitario elettronico, chi vi può avere accesso in caso di emergenza, i diritti riconosciuti agli assistititi e le modalità per esprimere un consenso consapevole rispetto alle diverse finalità per le quali i dati vengono trattati.