Il green pass diventa obbligatorio per tutti i professori e per gli studenti universitari. E’ la principale novità contenuta nel decreto approvato dal governo e che dal primo settembre impone ai cittadini di mostrare la certificazione verde anche per viaggiare sui treni a lunga percorrenza, sulle navi e sugli aerei. Docenti e personale della scuola potranno lavorare soltanto se dimostreranno di essere immunizzati, guariti dal Covid-19 o negativi al tampone.
Le sanzioni sono severe: «Il mancato rispetto delle disposizioni è considerato assenza ingiustificata e a decorrere dal quinto giorno di assenza il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione, né altro compenso o emolumento». I controlli sono stati affidati ai dirigenti scolastici. Il governo conferma l’introduzione del green pass «a tappe» e prevede una scansione dell’entrata in vigore fino al primo settembre. L’obbligo di avere la certificazione verde scatta oggi per frequentare tutti i luoghi al chiuso. Rimane invece aperta la discussione tra governo e sindacati per imporre la certificazione ai lavoratori delle aziende pubbliche e private.
È il Green pass in azienda il nodo che il governo deve ancora sciogliere e che comincia a creare preoccupazione in vista della ripresa produttiva a pieno ritmo dopo la pausa estiva. L’incontro a Palazzo Chigi all’inizio di questa settimana con i sindacati è finito con il certificare le distanze tra esecutivo e Cgil, Cisl e Uil e soprattutto a confermare la totale indisponibilità delle organizzazioni sindacali ad imboccare la strada della obbligatorietà del Green pass per entrare nel proprio posto di lavoro. «Non ci sono idee e siamo bloccati», spiegano i tecnici del governo, confermando anche che le resistenza soprattutto della Lega, tra i partiti della maggioranza, fanno escludere l’ipotesi di una legge che renda obbligatorio il Green pass per l’accesso negli uffici o nelle fabbriche.
Impasse, dunque, sul lavoro. La questione è delicatissima e interseca diversi campi: quello dei rapporti tra datore di lavoro e sindacati, quello della tutela della privacy dei dipendenti, quello della responsabilità delle aziende nel garantire le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. Oggi i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, incontreranno da remoto i ministri della Salute, Roberto Speranza, e del Lavoro, Andrea Orlando. All’ordine del giorno la sicurezza sul lavoro, ma non è escluso che parlino anche di Green pass nelle aziende.