Nel 2020 il Gabinetto del Ministro dell’interno ha liquidato somme per 470mila euro. Spese di ogni genere, dai supporti elettronici indispensabili per un corretto andamento del Viminale, alla mobilia di lusso, forse superflua. Si va dall’acquisto di bandiere dell’Italia e dell’Europa (per 2.450 euro) alla fornitura di arredi (per oltre 110mila euro) compresa la famigerata cucina di cui Labparlamento si è già occupato. Sì, una cucina esclusiva con ogni tipo di attrezzatura degna di uno chef stellato, riservata a pochi eletti.
Non basta: nelle spese presenti nella tabella riassuntiva del Viminale, compaiono uscite per mobili su misura, appendiabiti, lampade a muro. E ancora: lavori di tappezzeria (7.800 euro), vaschette di pelle per scrivania (4.600 euro), un servizio per restauro mobili (4.800 euro), due leggii (1.300 euro), fornitura e montaggio tende (7.300 euro), mini-frigo (2.800 euro).
Anche nel 2021 la musica non cambia: il 10 febbraio scorso sono stati preventivati 1.500 euro per il servizio di smontaggio, lavaggio e ripristino in fase di rimontaggio della parte elettrica del lampadario presso la stanza del capo Dipartimento al II piano del Palazzo Viminale; mentre l’8 febbraio a causa di un allagamento si sono dovuti spendere 1.500 euro per il servizio di ritiro, lavaggio e riconsegna di 3 tappeti, un salotto e 5 poltroncine presso la stanza del capo Dipartimento al II piano del Palazzo Viminale. Per materiale di ferramenta sono stati previsti 4.500 euro.
È bene ricordare che il Gabinetto collabora direttamente e cura il raccordo del vertice politico con l’Amministrazione. Ma scorrendo le voci di spesa di altri dipartimenti alcune cifre saltano agli occhi. In particolare per il Dipartimento per gli affari interni e territoriali Ufficio V si è speso 2.600 euro per un divano a tre posti e 6.100 euro per armadi su misura; 1.600 euro per una poltrona. Comoda sicuramente.