“La conferma delle pesanti sanzioni economiche da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea nei confronti della Federazione Russa e la minaccia di un’imminente escalation bellica fra l’Ucraina e la Russia ratificano il fallimento della politica” ad affermarlo in una nota è il presidente nazionale del Movimento Giovani dell’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti), Benedetto Delle Site.
Secondo il presidente dei giovani imprenditori cattolici “la guerra economica non è una vittoria ma sancisce la sconfitta dei diversi leaders politici coinvolti: la loro incapacità di negoziare una tregua, abbassando i toni, sarà pagata attraverso sanzioni che penalizzeranno non gli Stati, responsabili della conflittualità, bensì la comunità economica che al linguaggio delle armi preferisce, da sempre, quello degli scambi e della pace, e i danni si ripercuoteranno a cascata sulla popolazione rischiando di rafforzare quei leaders che invece che per la pace lavorano per la guerra attraverso l’uso perverso della paura.”
“Si tratta – continua Delle Site – di sanzioni che all’Italia in particolare costeranno molto, soprattutto in una fase caratterizzata da un rincaro dell’energia e che ci costringeranno ad accelerare il green deal con costi sociali ancora maggiori.”
Per il leader dei giovani imprenditori e manager cattolici italiani “la crisi in Ucraina è il frutto sì dell’espansionismo russo, ma nel quadro più ampio del nodo irrisolto del rapporto fra Unione europea, Nato e Federazione Russa. Non abbiamo pensato a come inglobare la Russia in una strategia comune di sicurezza e di scambi virtuosi, continuando la nostra espansione europea ed atlantica ad Est semplicemente come se la Russia non esistesse, né l’Europa ha elaborato una politica e una visione culturale che potesse far sentire i popoli dall’Atlantico agli Urali appartenenti ad un destino comune nella pace, superando i nazionalismi”.
“Il rischio è che la Russia anziché desistere andrà a legare il proprio destino a quello della Cina. Resta perciò di grande attualità il progetto di un’Europa che, secondo l’insegnamento di San Giovanni Paolo II, deve tornare a respirare da entrambi i propri polmoni occidentale e orientale per ritrovare le basi del proprio consorzio civile, così come è urgente il ritorno di una ‘grande politica’ e l’impegno di leaders di pace autorevoli”.
*Comunicato Stampa