Non si arresta l’offensiva cibernetica russa contro i paesi membri della NATO. Infatti, come è stato reso noto nei giorni scorsi, nel mirino degli hacker di Mosca sarebbero finiti numerosi obiettivi sensibili, tra cui persino dei siti istituzionali e alcuni importanti satelliti commerciali italiani.
D’altronde, il nostro Paese non è nuovo ai massici attacchi che i pirati informatici russi svolgono instancabilmente contro i Paesi occidentali: attacchi, occorre precisare, iniziati fin dalla notte in cui Putin ordinò l’invasione dell’Ucraina. Anzi, al pari di altre nazioni europee, l’Italia è stata coinvolta virtualmente nel conflitto addirittura prima ancora che esso scoppiasse ufficialmente, come sottolineato recentemente dal sottosegretario alla Difesa Mulè; il quale, basandosi su indiscrezioni dell’FBI, ha indicato la Federazione Russa come responsabile del gigantesco attacco informatico avvenuto a fine febbraio contro le reti europee di comunicazione satellitare.
Proprio tale offensiva cibernetica provocò danni notevoli ai Paesi dell’Unione Europea; ad esempio, basti pensare che in Germania si verificarono continui malfunzionamenti al delicato sistema delle turbine eoliche. Da allora l’intensità dell’attacco russo si è fatta sempre più pressante, mentre in contemporanea venivano presi di mira bersagli sempre più delicati: basti citare il blocco delle biglietterie delle Ferrovie dello Stato avvenuto il 23 marzo, con il palese scopo di paralizzare il traffico dell’intera rete ferroviaria nazionale. Tuttavia, gli hacker alle dipendenze di Mosca non sembrerebbero intenzionati a fermarsi qui.
Difatti, proprio in questi giorni l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale ha messo in guardia in merito ad un possibile passaggio a campagne di attacchi ben più complesse. Inoltre, l’Agenzia ha rilevato circa 71 vulnerabilità nelle infrastrutture critiche che andrebbero risolte urgentemente, in vista proprio di un possibile aumento di intensità delle azioni malevole condotte nel cyberspazio.
Bersagli sensibili come centrali elettriche, ospedali e comparti dell’Amministrazione pubblica andrebbero messi rapidamente in sicurezza, ma nel mirino dei russi ci sarebbero da tempo pure le infrastrutture militari. Un caso emblematico, secondo fonti dell’Intelligence, risalirebbe a metà aprile, quando il Centro per la sicurezza dei sistemi informatici dell’esercito informò il Comando per le operazioni di Rete di un tentativo di compromissione delle comunicazioni satellitari, in grado di colpire alcune strutture chiave della Difesa poste fuori dai confini nazionali. Questo evento, in particolare, fu oggetto di un’apposita indagine, di cui purtroppo non è dato sapere le conclusioni perché risultano come “classificate”. In ogni caso, è fuori dubbio che l’esercito italiano sia stato oggetto di particolare attenzione da parte degli hacker russi.
Tuttavia, come accennato in precedenza, il problema della cyber security non colpisce solo l’Italia. La guerra in Ucraina, infatti, ha innalzato il livello di attenzione dell’opinione pubblica occidentale sulle tematiche inerenti alla cyber sicurezza, al punto che la Nato ha preso una decisione senza precedenti: dal prossimo Consiglio Atlantico, convocato a breve a Madrid, ogni Paese farà partecipare alla riunione un rappresentante delegato alla sicurezza informatica.