Continua l’aggressione russa in territorio ucraino, con la capitale Kiev, obiettivo principale di Mosca, che nella notte tra il 25 e il 26 febbraio è stata bombardata con missili balistici dall’aeronautica russa.
Alla luce di questa invasione, l’Occidente si sta interrogando su quale sia la risposta migliore contro Mosca e per il momento sembra che le sanzioni saranno l’unica via che verrà percorsa. Infatti se l’avanzata russa si fermerà alla sola Ucraina, è difficile, allo stato attuale, pensare a un intervento militare di Stati Uniti e NATO per difendere un territorio che effettivamente non fa parte dell’Alleanza Atlantica.
Attualmente dunque la difesa militare di Kiev non è un’opzione in campo per l’Occidente. Dalle parole di Biden e da quelle degli altri leader è parso chiaro come questa sia la strategia che l’Occidente andrà a percorrere nell’immediato. L’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’UE, Josep Borrell, ha annunciato che, quello contro Mosca, sarà “il pacchetto di sanzioni più severe che sia mai stato realizzato”.
Molti analisti si stanno chiedendo, però, se effettivamente lo strumento delle sanzioni sia uno strumento realmente efficace, visto che già nel 2014 la Russia aveva subito un pacchetto di sanzioni che non hanno rappresentato una reale deterrenza a futuri interventi militari, come quello a cui stiamo assistendo in questi giorni.
Innanzitutto, non c’è una volontà internazionale omogenea di disporre di pesanti sanzioni contro la Russia, visto che paesi come Cina, India o Brasile non sembrano intenzionati a ricorrere a questo strumento e ad accodarsi alla strategia occidentale.
In questo senso, la forte dipendenza di paesi come l’Italia o la Germania dal gas russo li mette in una posizione scomoda rispetto ad una possibile contro reazione russa. Un eventuale blocco del gas russo, insieme all’interruzione delle esportazioni verso Mosca, potrebbero essere una sorta di boomerang dal punto di vista economico. Infatti, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha parlato dell’importanza di diversificare la provenienza del gas importato e la possibilità di utilizzare carbone nel caso in cui venisse a mancare il gas russo.
In questa grande partita geopolitica, in cui a farne le spese prima di tutti sono i civili ucraini, la Cina è uno spettatore piuttosto ambiguo. In questa crisi si è avvicinata molto alla Russia in funzione anti americana. Pechino, però, non può sperare che Mosca prenda troppo vigore da questa crisi perché si ritroverebbe una potenza rianimata da una eventuale annessione dell’Ucraina lungo i propri confini e, inoltre, la Cina guarda con preoccupazione ai propri interessi in Europa che potrebbero essere sconvolti da un’ipotetica guerra.
Per il momento, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Pechino si è astenuta sulla risoluzione che chiede di fermare immediatamente le operazioni militari in Ucraina. La Cina rimane in vigile attesa per vedere come gli eventi si evolveranno. In riferimento alla risoluzione ONU, oltre alla Cina, si sono astenute anche India e Emirati Arabi Uniti. Un solo paese ha votato contro: la Russia, ovviamente.
Per quanto riguarda proprio la Russia, e in particolare Putin, questa invasione rappresenta una vera e propria scommessa che potrebbe anche sancire la fine politica del Presidente russo. Non tutta l’élite e gli oligarchi russi sono favorevoli alla soluzione militare e, nel caso in cui questa non dovesse andare secondo i piani, Putin rischia seriamente di compromettere il proprio futuro da presidente.
Anche all’interno della stessa opinione pubblica russa, l’invasione dell’Ucraina non è stata presa in maniera favorevole da tutti, come dimostrano le manifestazioni a San Pietroburgo. La posta in gioco per Putin è veramente alta e il suo futuro potrebbe dipendere dall’evolversi e dalla durata dell’invasione in Ucraina.
La situazione è in continua evoluzione ed è estremamente difficile fare anche delle previsioni che siano sul breve periodo. Da vedere è se, e come, le sanzioni occidentali impatteranno sulla strategia russa e quanto a lungo la resistenza ucraina potrà durare senza un vero aiuto militare esterno.
Nessuna soluzione diplomatica sembra essere in vista e, per questo, la comunità internazionale dovrebbe provare a condannare in maniera unanime l’invasione russa. Difficile che accada anche questo.