di Francesco Virtuoso
La creazione di una Commissione speciale d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nel territorio laziale con il compito di analizzare e verificare il livello di diffusione della criminalità organizzata, è la proposta che un gruppo di consiglieri ha depositato il 9 settembre, in attesa di una veloce calendarizzazione, in Regione Lazio.
Il documento assume particolare importanza in termini di presenza dello Stato nelle attività di controllo della criminalità per fotografare meglio un fenomeno che oggi assume nuove articolazioni perpetrate anche in modo diverso dal passato: dal racket delle estorsioni, alla tratta degli immigrati; dall’assalto ai portavalori milionari, alle intimidazioni a sindaci ed associazioni. Oggi le mafie occupano settori strategici dell’economia nazionale: ciclo del cemento, edilizia, gestione degli appalti, smaltimento dei rifiuti, stabilimenti balneari, controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti e della prostituzione e ultimamente, il ricco business incontrollato delle sale da gioco e delle sale scommesse.
Questa proposta di legge è un nuovo strumento legislativo nelle mani di chi ha il dovere di combattere la criminalità organizzata attraverso specifiche indagini conoscitive sul livello di penetrazione della criminalità nel territorio.
Finalmente la classe politica, o perlomeno una parte di essa, decide di andare oltre le azioni simboliche che, per quanto significative, sono del tutto insufficienti nella lotta alle mafie ed alla corruzione che le alimenta nelle pubbliche amministrazioni.
Con questo documento la politica laziale potrebbe avere la possibilità di riscattarsi davanti all’opinione pubblica approvando questa proposta di legge. Un segnale forte, prima di tutto nei confronti delle organizzazioni criminali, ma specialmente nei confronti di tantissimi giovani volontari che quotidianamente, all’interno delle associazioni presenti sul tutto il territorio nazionale, operano nella lotta alla criminalità attraverso percorsi di riqualificazione culturale determinanti nell’evitare un pericoloso aumento di consenso sociale intorno al fenomeno delle mafie.
La proposta di legge non comporterebbe oneri a carico del bilancio della Regione. Sarà prerogativa della suddetta Commissione poter convocare in audizione membri delle forze dell’ordine, magistrati, funzionari pubblici, associazioni e rappresentanti della società civile ed effettuare sopralluoghi. Ogni sei mesi la stessa dovrà presentare al Consiglio Regionale una relazione della propria attività che sarà poi inoltrata alla Commissione Parlamentare Antimafia, al fine di condividere e concordare specifiche iniziative, garantendo, così ulteriori supporti coordinativi tra le diverse realtà istituzionali per ottenere maggiori risultati nella lotta alla criminalità organizzata.
Un esempio virtuoso che, mi auguro, abbia una eco nel resto d’Italia senza barriere partitiche ma con la massima risonanza grazie al buon senso di tutti i politici.
Riferimenti normativi:
Atti Regione Lazio – Proposta di Legge N. 191 del 9 Settembre 2014, http://atticrl.regione.lazio.it/allegati/propostelegge/TESTI_PROPOSTI/PL%20191.pdf