Numerose le novità e gli impegni che dovranno essere assolti da privati e Stati Membri
Nell’ambito della Strategia per il Mercato Unico Digitale, nel maggio del 2016 la Commissione Europea ha proposto nuove regole per eliminare le barriere virtuali che portano al c.d. geoblocking. Questo consiste nella maggior parte dei casi nell’esistenza di barriere virtuali al momento all’acquisto online di un prodotto o servizio, come l’obbligo di dover acquistare questi ultimi su un sito nazionale specifico (il proprio), trovandosi magari costretti a pagare un prezzo più alto, o ancora, l’impossibilità di poter acquistare un determinato bene con una carta di credito registrata in un paese diverso da quello del sito sul quale si intende effettuare l’acquisto.
Per ovviare a questo problema e dare una spinta considerevole al settore dell’e-commerce, nel novembre 2017 il Parlamento Europeo, il Consiglio Europeo e la Commissione hanno raggiunto un accordo politico a che porterà ad una vera rivoluzione per retailer e consumatori. Infatti, stando ai dati raccolti dall’UE, il 15% dei consumatori in Europa compra online da un altro Paese Membro ma soltanto l’8% delle aziende vende oltre confine e ben il 63% dei siti web non consente di comprare un prodotto o servizio dall’estero; il tutto è causa di profitti inferiori per le aziende e concorre ad una limitazione della scelta del consumatore finale.
Entrato in vigore il 22 marzo del 2018, il nuovo Regolamento sarà effettivo a partire dal 3 dicembre 2018, in tempo per natale. Ma vediamo cosa cambierà nel mondo dello shopping online:
- Accesso alle interfacce online. Non sarà più possibile per i siti web re-indirizzare automaticamente un consumatore su un’altra versione dello stesso in base alla localizzazione del proprio indirizzo IP.
- Accesso a beni o servizi. Si definiscono situazioni specifiche in cui il geoblocking e altre forme di discriminazioni sono vietate: a) vendita di prodotti che non includono il servizio di consegna (di cui si può incaricare il cliente); b) vendita di servizi elettronici, è il caso del hosting dei provider di siti web; c) vendita di servizi online poi forniti in luoghi fisici specifici, è il caso della diversità di trattamento per usufruire di sconti o altre offerte. Rimangono in vigore nei Paesi Membri alcune norme specifiche in casi eccezionali.
- Non discriminazione per ragioni di pagamento. È il caso delle carte di credito che ora dovranno essere accettate anche all’estero, dato prova che il circuito cui appartengono sia accettato dal venditore.
- Assistenza al consumatore. Gli Stati Membri dovranno designare una o più istituzioni responsabili dell’adeguata ed effettiva implementazione del novo pacchetto di regole e che assista i consumatori in eventuali dispute con venditori localizzati in altri Paesi Membri.
Oltre all’azione intrapresa contro il geoblocking, la Commissione UE sta lavorando anche sulla trasparenza dei costi di spedizione, su un più forte regime di protezione del consumatore e su regoli più semplici per quanto riguarda l’IVA.
Insomma, quella che a fine anno si abbatterà sul mondo dell’e-commerce si prospetta come una vera rivoluzione. Rimane da vedere se i retailer rispetteranno queste regole e se il diritto di scelta dei consumatori si amplierà davvero come si prevede. Senza contare che anche gli Stati avranno il loro bel da fare. I vincitori indiscussi, a questo punto, saranno coloro che punteranno su costi vantaggiosi per consegne oltre confine, o chi, stringerà con questi il maggior numero di accordi.