Esiste un luogo nel mondo dove i robot preparano il caffè e portano le bevande ai tavoli dei bar, dove pollo e patatine sono impastate da un braccio robotico, un posto dove, in ossequio alle più restrittive leggi sanitarie, un automa a 5G spruzza disinfettante per le mani, controlla la temperatura corporea, verifica il distanziamento sociale e rimprovera chi non indossa le mascherine.
Non siamo nelle pagine di un libro di Isaac Asimov ma in Corea del Sud dove, dallo scorso anno, è in sperimentazione “Untact”, una politica del governo sudcoreano che mira a stimolare la crescita economica rimuovendo ogni interazione umana dalla società. Tale filosofia, spinta dalla pandemia, sta continuando ad espandersi rapidamente in tutti i settori, dalla sanità all’intrattenimento. Nelle previsioni del Governo, la diffusione di servizi contactless servirà ad aumentare la produttività e ridurre la burocrazia, anche se la cosa sta destando parecchie preoccupazioni sulle potenziali conseguenze sociali.
“Se più persone perdono la ‘sensazione di contatto’ a causa della mancanza di interazione faccia a faccia, la società andrà incontro a una crisi fondamentale“, ha messo in guardia Choi Jong-ryul, professore di sociologia all’Università di Keimyung. Ma “Untact” è ormai una parola d’ordine: rappresenta infatti un potenziale motore economico per la Corea.
“Le aziende che non praticano contatti interpersonali hanno mostrato maggiori crescite rispetto alle aziende tradizionali (dove vige il ‘faccia a faccia’) nell’attirare investimenti e creare posti di lavoro“, ha detto al Guardian il ministro delle piccole imprese e delle startup della Corea del Sud Kwon Chil-seung.
L’esecutivo coreano ha preso talmente sul serio la faccenda che sta investendo 9 trilioni di won (circa 7,6 miliardi di dollari) in un “fondo per la crescita senza contatto” per trovare e supportare 1.200 startup “contactless” entro il 2025. E le reazioni dei coreani a questa nuova politica? Ottime, stando almeno ai dati diffusi dall’istituto di statistica: molte persone hanno accolto con favore il cambiamento, con l’80% degli abitanti di Seul che ha affermato di voler continuare a praticare attività senza contatto anche dopo la pandemia.
Choi Jong-ryul ha affermato che l’assenza di tatto ha fornito alcuni vantaggi, tra cui quello di consentire l’anonimato delle operazioni attraverso dispositivi elettronici, aver liberato le persone dalle pressioni della formalità e aver ridotto lo stress emotivo associato al settore dei servizi.
Ma rimangono le preoccupazioni per i sentimenti di solitudine e frammentazione sociale, già presenti prima dell’emergenza sanitaria e ora a rischio di riacutizzazione da questa nuova politica. Il presidente coreano Moon Jae-in ha recentemente annunciato l’intenzione di investire quasi 30 miliardi di won (25,4 milioni di dollari) per la ricerca di un trattamento digitale per la cura della depressione, un progetto avviato a causa della mancanza di contatti umani a causa della pandemia. Il destino di Untact sembra segnato, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol “sentire”.