La stampa estera abbastanza pessimista sull’esito del voto. Fascismo e immigrazione tra i temi evidenziati. E l’economia trema…
Lo scorso mese ci eravamo lasciati con la più totale indecisione, anche sulla stampa estera, sugli esiti delle prossime elezioni politiche, riconfermata da un lungo articolo di Reuters che riporta un sondaggio dell’Università Luiss. Quest’ultimo, a differenza di altri, testimonierebbe la prevalenza del supporto al Movimento 5 stelle piuttosto che alla formazione di centro-destra guidata da Forza Italia. Il punto è che, secondo Reuters, difficilmente si raggiungerà una maggioranza tale per governare, ed il rischio continua ad essere quello di un governo di coalizione o addirittura di tornare al voto, quello che Jean-Claude Junker ha definito lo “scenario peggiore” per Bruxelles, come riportato da Le Monde. Cruciale è il ruolo degli indecisi, tantissimi, che potrebbero cambiare il corso delle cose.
I temi affrontati dalla stampa estera in merito alle elezioni italiane del prossimo 4 marzo, tuttavia, nel frattempo sono radicalmente cambiati e coincidono maggiormente con quelle che sono le questioni trattate anche a livello nazionale. Come ignorare il dibattito sul fascismo ed i movimenti di estrema destra, specialmente a seguito degli avvenimenti di Macerata dello scorso 5 Febbraio? Il Guardian si sofferma, in verità, sull’aggressione di Massimo Ursino, leader di Forza Nuova da parte di un antifascista a Palermo, paragonando questa ondata di violenza reciproca alle agitazioni degli anni Settanta, mentre, in un reportage, sempre il Guardian traccia un profilo dettagliato di Casapound.
Come non dilungarsi, inoltre, sull’immigrazione che ha avuto un ruolo cruciale per tutta la campagna elettorale? Se Le Monde sceglie di interpellare l’ex ministro dell’integrazione Cecile Kyenge sulla strumentalizzazione dell’argomento a fini propagandistici, il Los Angeles Times fornisce una panoramica da nord a sud, soffermandosi in particolare su Milano per spiegare le dinamiche di una città che ospita quasi 6.000 migranti, intervistando una nigeriana in attesa di ottenere l’asilo. Gli italiani si spaccano fra chi si riconosce come popolo esso stesso di ex migranti e chi, esasperato dalla crisi economica, preferisce “aiutarli a casa loro”.
La stampa tedesca continua a soffermarsi su questo fattore: un approfondimento severo di Henrik Muller dello Spiegel, vede l’Italia sull’orlo della bancarotta e a due passi dall’uscita dall’euro, cosa che instabilità economica e sfiducia da parte dei votanti, specie dei giovani sotto i trent’anni alla ricerca di lavoro, non possono che alimentare. Per il Suddeutsche Zeitung, il debito pubblico di 2.256 miliardi di euro accumulato in trent’anni pesa, e porterà un elettore su due a votare un partito populista. “Un salto nel passato o un salto verso il vuoto: questa sembra essere l’opzione per l’Italia nel 2018.”
Qualche riferimento, infine, alla battaglia contro le fake news che è parte delle preoccupazioni della politica italiana, specie quando i suoi leader ne diventano bersaglio, come spiega The Atlantic. Nessun accenno, invece, al voto degli italiani all’estero, dibattuto di recente da noi, specie per la possibile truffa del partito Free flights for Italy.