Il leader di Forza Italia potrebbe “rinunciare” a Strasburgo in cambio di un accordo elettorale che spiazzi il M5S
di LabParlamento
Magari sarà l’ennesimo “ballon d’essai” tanto per gettare la palla in tribuna, ma un dato è certo. L’intervista di ieri, al Messaggero, di Silvio Berlusconi ha il risultato di sparigliare, ancora una volta, su voto anticipato e legge elettorale. Un binomio inscindibile che riapre la partita politica a poche ore dalla presentazione, da parte del Pd, della nuova proposta elettorale definita “Rosatellum”, ovvero un misto tra proporzionale e maggioritario.
Berlusconi boccia l’idea che vede in sintonia i due Matteo, Renzi e Salvini, e nell’intervista sottolinea che la proposta «non è un sistema misto, è un sistema confuso e pericoloso. Se venisse adottato, dalle elezioni potrebbero uscire una maggioranza casuale, che sarebbe comunque espressione di una minoranza di cittadini, o anche due maggioranze diverse fra Camera e Senato. Mi sembra un tentativo di forzatura da parte del Pd, del tutto sorprendente anche rispetto alle indicazioni del Capo dello Stato per una legge elettorale condivisa». E aggiunge: «Il sistema tedesco, quello vero, che noi chiedevamo, è uno dei due grandi sistemi possibili, accanto al semipresidenzialismo alla francese. L’unico che funziona davvero in Europa nei paesi in cui non è prevista l’elezione diretta del Presidente. La Germania ne ha avuto settant’anni di stabilità, di bipolarismo, di democrazia consolidata ed efficiente» e «senza un accordo il momento in cui sarà possibile ridare finalmente la parola agli italiani si allontanerebbe sensibilmente. Con un patto sul sistema tedesco si può votare in autunno». Io spero e credo che si potrà tornare a ragionare con il Pd, anche perché i numeri parlamentari lo rendono necessario”.
Il sistema elettorale tedesco, in sintesi, è un sistema elettorale proporzionale personalizzato con meccanismi di correzione. 1) Proporzionale: la determinazione della forza politica del Bundestag è determinata secondo il sistema proporzionale a livello nazionale; 2) Personalizzato: la possibilità del voto del candidato del collegio uninominale determina un rapporto diretto tra elettore ed eletto. Corretto: la soglia di sbarramento altera la rappresentatività proporzionale pura, escludendo i piccoli partiti, che tuttavia possono trovare una sia pur limitata rappresentanza in Parlamento tramite eventuali candidati eletti nei collegi uninominali.
Secondo il vicesegretario del Pd Maurizio Martina: «Se è un’apertura vera il Partito democratico è pronto a un confronto serio con tutti per dare agli italiani una legge di stampo europeo». Il messaggio di Matteo Salvini, lanciato agli alleati del centrodestra al congresso della Lega Nord ed evidentemente spiazzato, è invece stato: «L’avversario è Renzi e noi abbiamo le idee chiare: se qualcuno vuole fare una coalizione e vuole veramente vincere ci vuole un sistema elettorale maggioritario dove l’eletto è scelto dall’elettore e dove chi vince la sera del voto va a governare, chi vuole il proporzionale non vuole vincere e non vuole la coalizione».
Vedremo nelle prossime ore se il riavvicinamento tra Forza Italia e Pd porterà a risultati concreti. Intanto, Berlusconi sembra aver sgomberato il campo da quello che finora rappresentava, per Forza Italia, il principale ostacolo alle elezioni anticipate: il recupero della propria candidabilità sulla base della decisione di Strasburgo. Segnali negativi dalla Corte di Giustizia oppure semplice valutazione dei rischi di arrivare in primavera, alla scadenza naturale della Legislatura, con una bocciatura ufficiale della richiesta e ricadute troppo negative da gestire, è difficile dire. Forse è più importante trovare un accordo con il Pd sulle modalità del voto (e i suoi possibili risultati) cedendo sui suoi tempi. Correzioni al Rosatellum, si possono sempre trovare. Certo, il rapporto diretto candidato-elettore avvantaggia FI e Pd, ma non certo il M5S che, sul territorio, è ancora poco radicato. Mentre lo sbarramento, magari al 5%, ostacolerebbe i piccoli partiti a cominciare dai “cespugli” del centro-destra come pure quelli a sinistra, segnatamente Mdp che Renzi vede come fumo negli occhi.
Resta da chiarire come un eventuale voto anticipato in autunno (proprio subito dopo le urne tedesche), qualora l’accordo si trovasse (massimo fine luglio per il via libera alla legge), si concili con una fase assai delicata per le vicende economico-finanziarie del Paese (a cominciare dal varo della nuova Legge di Bilancio). Tuttavia, l’auspicio per un esito chiaro del voto (soprattutto scansando il possibile successo dei Cinque Stelle), senza mesi e mesi di probabile logoramento del Governo Gentiloni, sembra al momento più forte di ogni remora sul rischio in cui si incorrerebbe in caso, invece, di mancate maggioranze. A quel punto, del resto, potrebbe sempre scattare l’intervento del Quirinale con un Governo di grande coalizione…