Pubblicato in GU il regolamento per la creazione delle aree fiscali agevolate nel Mezzogiorno. La loro durata sarà di almeno 7 anni
Sebbene in ritardo rispetto al termine di sessanta giorni indicato dal DL Mezzogiorno, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di ieri 26 febbraio il DPCM recante il regolamento per l’istituzione di Zone Economiche Speciali (Zes) in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Gli articoli 4 e 5 del Decreto Legge incentrato sulla crescita nel Sud (convertito nell’agosto 2017) avevano infatti introdotto lo strumento delle Zes per facilitare l’attività delle imprese operanti o propense a investire nel Meridione attraverso agevolazioni fiscali, crediti d’imposta o procedure amministrative semplificate, definendo Zona Economica Speciale un’area “geograficamente delimitata e chiaramente identificata […] costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico-funzionale, e che comprenda almeno un’area portuale”.
Il Decreto del Presidente del Consiglio in GU entra in vigore già oggi e in 10 articoli chiarisce non solo i criteri per la nascita e la delimitazione delle Zes, ma anche la loro durata e le modalità di monitoraggio dei risultati ottenuti nei territori interessati. Nel dettaglio, le Zone Economiche Speciali dovranno essere composte da porti, aree retroportuali, piattaforme logistiche e interporti, mentre non potranno includere zone residenziali. Per quanto riguarda le Zes interregionali o legate a territori non adiacenti tra loro, sarà dirimente “la presenza, o il potenziale sviluppo, di attività economico-produttive indicate nel Piano di sviluppo strategico, o di adeguate infrastrutture di collegamento tra le aree interessate”.
Le proposte di istituzione, accompagnate da relazioni sui benefici attesi, dovranno essere presentate al Presidente del Consiglio dal Presidente della Regione in oggetto (dai governatori coinvolti, nel caso di Zes interregionali), mentre il Ministro per il Mezzogiorno potrà chiedere di integrare i documenti presentati. Una volta introdotta con apposito DPCM, una Zona Economica Speciale durerà non meno di 7 anni e non più di 14, prorogabili fino a un massimo di ulteriori 7 in base al monitoraggio condotto dall’Agenzia per la coesione territoriale. Quest’ultima dovrà infatti supervisionare gli interventi e gli incentivi fiscali concessi dal Governo, e una volta trascorsi 6 anni dalla nascita della Zes invierà a Palazzo Chigi una valutazione dei risultati raggiunti in termini di investimenti e occupazione, in base alla quale (se negativa) potrà essere modificato o rivisto il Decreto di istituzione originario.
Leggi il DPCM sull’istituzione delle Zone Economiche Speciali